Succhi vegetali freschi: buoni o cattivi?
I succhi vegetali freschi sono diventati molto popolari negli ultimi anni, ormai si possono trovare facilmente anche in molti bar.
Osannati da alcuni e criticati da altri, credo che abbiano sia vantaggi che svantaggi. Tutto dipende da come li si prepara, dalla frequenza con cui vengono assunti e da chi li consuma.
Mi si conceda una piccola digressione personale: per lungo tempo non ne sono stata attirata, forse perché ero troppo affezionata al piacere di mangiare un frutto o una verdura nella loro interezza. Amo ancora quest’idea, naturalmente, e non c’è nulla che mi dia più soddisfazione di un coloratissimo piatto di verdure fresche, cotte leggermente in modo da rimanere croccanti, condite con un filo d’olio extravergine di oliva e tanti semini.
Allo stesso tempo, però, ho cambiato idea sui succhi vegetali freschi, anche se personalmente non ne sento il bisogno e li consumo assai raramente. In alcune circostanze possono essere degli alleati preziosi della salute, soprattutto quando sono presenti problemi di digestione, assorbimento e infiammazione intestinale. Questo non significa che siano indispensabili e adatti a chiunque, ma per alcuni possono fare la differenza se inseriti opportunamente in una dieta equilibrata.
Quali sono i loro pregi?
- Contengono importanti fitocomposti in forma concentrata, altamente biodisponibili e quindi facilmente assimilabili: vitamine, sali minerali, oligoelementi, oltre a proteine e carboidrati. Sono utili a persone debilitate, stanche e inappetenti.
- Sono particolarmente indicati per chi ha l’intestino irritato e infiammato, a tal punto da non riuscire a digerire frutta e verdura. Questo si può verificare per varie ragioni, tra cui alimentazione scorretta (consumo di prodotti industriali, raffinati, trasformati, associazioni sbagliate, troppo cibo, troppo cotto, ecc.), uso prolungato di farmaci, assenza di movimento. Si può rieducare un intestino in tali condizioni? Certo, si può almeno provare. I succhi consentono di apportare i micronutrienti della frutta e della verdura dando al contempo riposo all’apparato digerente, favorire la rigenerazione della mucosa intestinale e l’autoriparazione dei tessuti. Sono infatti privi delle parti fibrose dei vegetali, che infastidiscono e sono mal tollerate da un apparato digerente in cattive condizioni. Ciò è importante, in particolare, per la verdura, che contiene cellulosa, una molecola che, in condizioni normali, aiuta il transito intestinale, mentre può essere troppo aggressiva, troppo ‘ruvida’ per un intestino fragile. L’emicellulosa della frutta, invece, è più solubile e quindi più facilmente digeribile, soprattutto se la frutta è ben matura.
- Danno sazietà, nutrono senza appesantire e richiedono un minimo lavoro di digestione.
- Tra i numerosi micronutrienti che contiene, la verdura è ricca di minerali, utili per mantenere l’equilibrio acido-basico del corpo e permettere numerose reazioni metaboliche cellulari.
- Sono molto amati dai bambini, anche quando non sono stati abituati a mangiare frutta e verdura fin da piccoli. Si possono fare dei mix colorati e giocosi, magari decorandoli con pezzetti di frutta e verdura fresche per ottenere degli allegri ‘mangia e bevi’. I bimbi stessi possono partecipare alla raccolta e alla preparazione di succhi e frullati, imparando così a conoscere vari tipi di vegetali.
- Come utilizzare i resti (fibre vegetali)? Li gettiamo? No! La cosa migliore consiste nel ridonarli alla terra, spargendoli sul suolo e ricoprendoli con rami spezzati (tecnica del BRF, bois raméal fragmenté), un po’ come avviene naturalmente in una foresta. Pare sia un ottimo metodo per nutrire il terreno e invitare nuovi ospiti (lombrichi, microrganismi, ecc.) a ripopolarlo e renderlo fertile. In alternativa si possono riciclare nel compost di casa.
C’è chi dice che bere succhi anziché vegetali integri sia artificiale, perché la natura ci offre i suoi prodotti per mangiarli come sono, come crescono sugli alberi o al suolo, non ce li dà spremuti. È un’osservazione corretta, ma è anche vero che la maggior parte di noi non vive rispettando le condizioni di vita ideali per l’essere umano. I vegetali di oggi, per esempio, hanno un valore nutritivo inferiore rispetto al passato, in quanto i nostri suoli sono stati sfruttati e impoveriti oltre misura dalle moderne tecniche di coltivazione. I succhi permettono di concentrarli e consentono a chiunque, soprattutto a persone ammalate e/o prive di forze, di riprendersi più rapidamente.
Come prepararli?
Questo è un punto fondamentale. Spesso, soprattutto all’inizio, si tende ad eccedere con la frutta, naturalmente più dolce e piacevole al palato della verdura. È un grande errore perché estraendo le fibre, gli zuccheri della frutta, oltretutto concentrati, entrano in circolo molto più rapidamente, creando un improvviso picco glicemico e stimolando la rapida secrezione di insulina, con tutte le conseguenze deleterie che questo comporta.
L’ideale quindi è utilizzare soprattutto verdure, associando per esempio foglie verdi e verdure più dolci, come carote e barbabietole. Per rendere il succo più appetibile, soprattutto se è destinato ai bambini, si può aggiungere un frutto (agrumi, mele, pere…), avendo però l’accortezza di non superare la proporzione di un terzo di frutta e almeno due terzi di verdura.
Un’altra astuzia per evitare l’innalzamento rapido della glicemia consiste nell’associare al succo un po’ di grasso, per esempio un cucchiaino di olio extravergine di oliva o di burro chiarificato o qualche pezzetto di avocado.
Tra le verdure si prestano bene carote, sedano, rape, ravanelli, cetrioli, topinambur, rafano, scorzonera e altre radici, verdure a foglie verdi (come spinaci e bietole), erbe aromatiche (prezzemolo, coriandolo, ecc.), erbe spontanee (ortiche, tarassaco, ecc.), germogli di semi…
Ci si può ‘divertire’ provando, oltre a quelli tradizionali, anche insoliti abbinamenti.
Inoltre, con i semi oleosi si possono preparare vari tipi di latte vegetale.
Come assumerli?
Non vanno ingurgitati come se si stesse bevendo un bicchier d’acqua ma assunti a piccoli sorsi e letteralmente masticati, per favorire l’assimilazione dei nutrienti e per evitare eccessivi rialzi glicemici. È importante che non siano freddi ma almeno a temperatura ambiente o leggermente scaldati a bagnomaria. Inoltre non dovrebbero essere assunti in grandi quantità poiché si tratta di preparati eccezionalmente densi sul piano nutrizionale. Un bicchiere di estratto corrisponde ad un volume di vegetali che difficilmente si riuscirebbe a mangiare in un solo pasto. Eccedere con i succhi significherebbe correre il rischio di alterare il delicato equilibrio salino del corpo.
Brano tratto dal libro Alimentazione naturale e consapevole, in corso di aggiornamento.
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