Ritrovare il peso forma: un equilibrio non solo alimentare

Ritrovare il peso forma: un equilibrio non solo alimentare

Come anticipato nell’articolo Ritrovare il peso forma: è solo una questione di calorie?, perdere peso in modo efficace e duraturo, cioè senza recuperare i chili persi con gli interessi, non è solo una questione di alimentazione e calorie.

C’è anche quello, sicuramente, ma in associazione con altri aspetti altrettanto importanti. Ne elenco alcuni.

 

Attività fisica personalizzata

Uno dei rischi maggiori quando ci si mette a dieta concentrandosi sull’alimentazione e tralasciando un adeguato esercizio fisico è quello di perdere tessuto muscolare anziché adiposo, e questa non è una buona cosa. Non lo è per la salute in generale e nemmeno per l’obiettivo che si vuole raggiungere. La massa muscolare, infatti, è il tessuto che brucia più calorie. Rinforzarla tramite l’esercizio fisico significa non solo spendere energia durante lo sforzo ma anche incrementare il metabolismo basale.

 

Inoltre, a seconda di intensità e tipo di esercizio, l’organismo mantiene più elevata l’attività metabolica per alcune ore dopo lo sport. Quindi, è sempre opportuno associare i cambiamenti alimentari ad un’attività fisica pensata su misura individuale.

 

Non significa necessariamente fare ore di palestra se la sola idea terrorizza. È meglio scegliere qualcosa che piace, anche semplice all’inizio, qualcosa che non richieda abbonamenti o attrezzature particolari, come la camminata veloce, la corsa in campagna o il Nordic walking.

 

Cosa si nasconde dietro il bisogno di cibo (di alcuni alimenti in particolare)?

Un altro aspetto fondamentale riguarda i risvolti emotivi e psicologici legati al modo di alimentarsi. Non ci nutriamo infatti di solo cibo ma anche di emozioni, pensieri, convinzioni e spesso cerchiamo nel cibo la compensazione a frustrazione, solitudine, senso di inadeguatezza e così via.

 

Una persona che è sempre in lotta con la bilancia dovrebbe chiedersi: “Che cosa cerco nel cibo? Perché non riesco a smettere di mangiare quando mi sento sazio/a? Perché ho sempre voglia di dolci o di altri particolari alimenti di cui non mi stancherei mai? C’è una mancanza che sto cercando di colmare? O una sofferenza che provo a reprimere? È davvero necessario, o prioritario, dimagrire?”

 

Il fatto di non riuscire a perdere peso (se veramente ce n’è bisogno) a volte ha un valore simbolico, nel senso che potrebbe manifestare il bisogno di mettere distanza tra sé e qualcosa che fa male – una situazione, una persona, una condizione di disagio. Non ha importanza che lo sia obiettivamente ma come viene percepita.

 

Che ruolo ha la forza di volontà in tutto questo?

Ci viene spesso detto che volere è potere, ma è proprio così? Certamente la volontà serve all’inizio, nel senso che prima di tutto deve essere presa la decisione di ritrovare il proprio peso ideale, se è quello che si desidera. La volontà da sola però non basta, presto si esaurisce, perché fa riferimento a ciò che si decide razionalmente senza tenere in considerazione quello che vuole il proprio subconscio, che agisce in misura molto maggiore rispetto alla nostra parte razionale e cosciente, sebbene sembrerebbe il contrario.

 

È proprio lì che si stratificano ferite, convinzioni e frustrazioni che spesso sabotano il raggiungimento dei nostri obiettivi. Se ad esempio nel subconscio è registrata l’idea che quel peso in più ancora serve come protezione, è possibile che si faccia fatica ad abbandonare abitudini che ostacolano la realizzazione del proprio sogno.

 

Non focalizzarsi sul risultato finale

Mi capita spesso di parlare con persone che vogliono dimagrire e dopo una o due settimane di cambiamenti alimentari o di altro tipo dicono sconsolate: “Sono demoralizzato/a perché l’ago della bilancia non si sposta di un grammo”.

Il mio suggerimento è di non mettere mai la barra troppo alta ma concentrarsi su risultati parziali e raggiungibili. Se si pone l’attenzione solo sul risultato finale la tentazione di abbandonare sarà forte e con essa il senso di fallimento che ne seguirà. Ecco un paio di esempi.

 

Supponiamo che con l’arrivo della bella stagione una persona decida di andare a camminare mezz’ora al giorno, ogni mattina, con l’idea che questo l’aiuterà a dimagrire. Magari dopo qualche settimana non avrà ancora perso peso, ma i muscoli del suo corpo avranno iniziato a rinforzarsi, si sentirà più tonica, energica, positiva nell’affrontare ogni nuova giornata perché ricaricata dall’energia del sole che sorge. È una delusione il fatto che la bilancia segni sempre lo stesso valore? Assolutamente no, perché il suo corpo ha già cominciato ad asciugarsi e rinvigorirsi.

 

Tra l’altro, se trova altre forme di gratificazione oltre al cibo, come può essere il sentirsi bene in mezzo alla natura, diventerà meno forte la tentazione di saccheggiare il frigo quando si sente giù di corda. A volte accadrà ancora, ma altre volte sceglierà di infilarsi scarpe e tuta da ginnastica e andare a fare due passi in campagna. Il suo corpo ringrazierà, dentro di sé lo sentirà e sarà fiera di se stessa, innescando il circolo virtuoso del benessere.

 

Altro esempio. Immaginiamo che una persona abbia deciso di sostituire cornetto e cappuccino del mattino con una colazione a base di frutta, grassi sani e tisana drenante. Lo fa per sette giorni e all’ottavo proprio non ce la fa a mangiare frutta. Esce, va al bar e mangia quello che l’attira in quel momento. Anziché sentirsi in colpa, si dovrebbe congratulare con se stessa, perché per un’intera settimana ha rispettato ciò che si era prefissata. La colazione al bar non ha minimamente invalidato ciò che ha fatto prima.

 

Per concludere, quello che si dovrebbe guardare è la nuova tendenza che si dà alla propria vita, l’andamento complessivo, non la cosa puntuale, né il risultato finale, che potrebbe arrivare in un modo differente e in tempi diversi da quelli che ci si aspetta. Quelle che possono sembrare cadute non sono tali, sono semplicemente momenti in cui si è avuto bisogno di altro e ci si è ascoltati perché si è compreso che imporsi un “no” in quelle circostanze avrebbe fatto più male che bene.

 

Continuando si migliorerà nel capire quando è possibile fare quello sforzo in più e quando invece è chiedere troppo a se stessi, magari perché si è vissuta una giornata pesante o c’è stata una brutta discussione con qualcuno o altro ancora.

 

La cosa fondamentale è la creazione di nuove abitudini. Tanti piccoli passi creano il risultato finale, pertanto è importante valorizzare ognuno di essi.

 

È un post un po’ più lungo del solito perché l’argomento è complesso e chiama in causa tanti aspetti, tutti importanti a mio avviso. Qui li ho solo accennati per condividere l’idea che sentirsi bene e in pace con il proprio corpo ha un significato molto più profondo che semplicemente perdere peso ed è meglio agire su più fronti contemporaneamente, altrimenti si rischia di innescare meccanismi contro-produttivi, a volte pericolosi, sia dal punto di vista fisico che psicologico, come alimentare sensi di colpa e di inadeguatezza, quando in realtà si tratta prima di tutto di fare luce su bisogni inascoltati della parte profonda di sé che parla anche attraverso il corpo.

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