Gli effetti dello stress sulla salute e come attenuarli

Gli effetti dello stress sulla salute e come attenuarli

Non si può parlare di malattia e guarigione senza parlare di stress. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che lo stress provoca delle reazioni ormonali a catena che indeboliscono l’organismo in diversi modi e facilitano, a lungo termine, lo sviluppo di malattie croniche, autoimmuni e degenerative.

 

È difficile o impossibile evitare lo stress, a meno di isolarsi come un eremita. Anche in tal caso sarebbe stressante per un essere sociale come l’uomo vivere in solitudine lontano dal resto del mondo. Le imposizioni della nostra società in termini di riuscita familiare, professionale e finanziaria, per non parlare delle sollecitazioni continue di tutti i nostri sensi nell’era dell’onnipresente tecnologia, ci espongono costantemente allo stress, giorno dopo giorno.

 

Poiché non possiamo evitarlo o eliminarlo, è opportuno imparare a gestirlo per evitare le conseguenze nefaste che comporta per la nostra salute, fisica e psicologica.

 

Che cos’è e come si manifesta lo stress?

Lo stress è una reazione di allarme aspecifico di fronte alla quale il cervello produce una serie di molecole allo scopo di sostenere determinate azioni che favoriscano la sopravvivenza. Si tratta di un meccanismo antico rimasto pressoché immutato rispetto ai nostri antenati, per i quali i principali pericoli erano insiti nell’ambiente naturale in cui vivevano. Henri Laborit ne parla come parte del sistema di attacco o fuga o sistema di attivazione dell’azione.

 

In caso di pericolo, reale o percepito, l’amigdala, la parte del cervello legata all’istinto di sopravvivenza, informa immediatamente l’ipotalamo, il quale trasmette l’allerta all’ipofisi, considerata il direttore d’orchestra del nostro sistema ormonale endocrino. Questa ghiandola secerne infatti diversi ormoni che vanno a stimolare altri organi a cascata. Uno dei bersagli dell’ipofisi è costituito dalle ghiandole surrenali che come risposta immediata ad uno stress acuto producono adrenalina e noradrenalina. Se lo stress perdura e si cronicizza subentra la secrezione di glucocorticoidi, tra i quali il cortisolo, chiamato anche ormone dello stress. È l’attivazione dell’asse ipotalamo, ipofisi, surrene, o asse HPA, che a sua volta attiva il sistema nervoso autonomo simpatico e libera glucosio nel circolo sanguigno per fornire l’energia necessaria alla lotta o alla fuga. La reazione allo stress è immediata, prima che si sia riflettuto si è già reagito. Il pensiero e il linguaggio arrivano in un secondo momento rispetto alla reazione poiché la priorità è mettersi in salvo (si pensi sempre ai nostri antenati e alle loro condizioni di vita).

 

Henri Laborit afferma che, oltre al sistema di attivazione c’è anche il sistema di inibizione dell’azione. In effetti ci sono persone che di fronte ad una situazione stressante si bloccano e anziché reagire non fanno nulla. In esperimenti di laboratorio si è visto che se l’animale prolunga l’inibizione per molto tempo tende a sviluppare malattie cardiovascolari e intestinali.

 

A livello metabolico lo stress si traduce in un’accelerazione del ritmo cardiaco e della circolazione sanguigna che alimenta i grandi muscoli (per permettere la lotta o la fuga) e il cervello (per trovare la migliore strategia di sopravvivenza). La respirazione diventa superficiale, la digestione si interrompe, gli ormoni sessuali sono inattivati. La priorità è altrove, nella ricerca della salvezza, tutto il resto viene messo in attesa. Attivando il sistema nervoso simpatico, che potremmo assimilare ad un acceleratore, si disattiva il sistema parasimpatico, paragonabile ad un freno. Il parasimpatico è quello che favorisce i processi digestivi, il rilassamento, il buon sonno, tanto per fare alcuni esempi. Naturalmente abbiamo bisogno di entrambi ma le cose funzionano bene se i due sistemi sono in equilibrio. Come vedremo tra poco, spesso non è così.

 

Il problema per quando riguarda l’uomo moderno è la durata del fenomeno. L’amigdala, rimasta invariata rispetto a quella dei nostri antenati, non fa differenza tra una tigre feroce che sta per attaccare e il timore di essere licenziati, la convinzione che nessuno ci ami, l’inquietudine di essere fermi in macchina sotto il sole perché c’è la coda, fare tardi al lavoro e immaginare cosa dirà il nostro capo, la frustrazione di non sentirsi realizzati, apprezzati, compresi, accettati e così via. Lo stress generato da queste e altre situazioni assai frequenti agisce in ogni caso allo stesso modo: il corpo si riempie di cortisolo che, se presente in maniera prolungata e in cospicue quantità finisce per distruggere il metabolismo, alterare l’equilibrio intestinale e indebolire il sistema immunitario.

 

Nell’animale la reazione allo stress s’interrompe novanta secondi dopo la fine del pericolo. Nell’essere umano prosegue per ore, non solo perché le fonti stressanti sono numerose ma anche perché la nostra mente continua a rimuginare generando inquietudine e incertezza ripetutamente. Sembra che ognuno di noi viva delle situazioni di stress in media cinquanta volte al giorno.

 

L’altro problema è che il glucosio liberato dalla condizione di stress non viene utilizzato nell’immediato perché non seguono né un attacco né una fuga. Ne consegue un indesiderato innalzamento della glicemia e quindi dell’insulinemia. Nella reazione di allarme mobilizziamo e non scarichiamo, diventando vittime della nostra reazione.

 

In sintesi, siamo invasi in permanenza dal glucosio, in seguito ad un’alimentazione troppo ricca di zuccheri e ad uno stile di vita molto stressante. Se questo è vero in generale per l’uomo dei nostri tempi, le cose si sono ulteriormente aggravate negli ultimi due anni perché ai problemi di sempre si sono aggiunte numerose altre preoccupazioni. C’è chi ha paura della malattia e del contatto con gli altri, chi teme di perdere il lavoro, di venire isolato socialmente, di essere privato di altre libertà oltre a quelle che ci sono già state tolte, chi ha paura della guerra e dei tempi difficili che verranno. Queste e molte altre inquietudini legate al presente stanno avendo un impatto considerevole sulla nostra salute e sulle nostre difese immunitarie, indebolendoci sempre di più.

 

Cosa fare in pratica?

La buona notizia è che anche il sistema nervoso centrale parasimpatico, quello che controbilancia gli effetti del sistema nervoso autonomo simpatico, può essere stimolato in diversi modi, tutti alla nostra portata. Prima di tutto è importante rallentare. La velocità è legata al sistema simpatico (secrezione di adrenalina e noradrenalina), la lentezza al sistema parasimpatico. Ecco alcuni suggerimenti che possono essere adottati quotidianamente.

 

  • Prendere delle pause dal lavoro per fare qualche vigoroso movimento muscolare.
  • Cambiare il respiro: inspirando il battito cardiaco aumenta, espirando diminuisce. Espirare quindi profondamente quando si è sotto stress.
  • Parlare lentamente, scandendo bene le parole e facendo delle pause.
  • Mettersi in un luogo dove ci si sente al sicuro con una musica rilassante molto bassa: stimola l’orecchio medio, collegato ai muscoli cranici, regolarizza e calma il metabolismo. Anche mentre si lavora al computer si può tenere una musica di sottofondo a volume molto basso.
  • Pregare, contemplare il creato.
  • Riposarsi. Non è tempo sprecato, è un prezioso momento di rigenerazione.
  • Praticare regolarmente esercizio fisico, possibilmente all’aria aperta.
  • Passare del tempo a contatto con la natura, cammina a piedi nudi nell’erba o nella sabbia, immergersi nel mare o in un lago.
  • Regalarsi ogni tanto un massaggio, una sauna, un bagno turco.
  • Dedicarsi ad un’attività che appassioni: musica, danza, disegno, giardinaggio, lettura, eccetera.
  • Trascorrere momenti sereni con persone dalle quali ci si sente compresi e ascoltati e con gli animali che ci sono cari. Le carezze, le attenzioni, le coccole, tutte queste azioni permettono la secrezione di uno dei principali ormoni del piacere, l’ossitocina.
  • Curare l’alimentazione, preparare e gustare con calma i pasti, in silenzio o in compagnia dei propri cari, pensando che si sta compiendo un atto di amore verso se stessi.

 

Ora si comprenderà perché è importante rilassarsi prima di mangiare, affinché gli organi digestivi siano disponibili a tale scopo. Quando ci si sente stressati, tesi, arrabbiati, frustrati è probabile che non si digerisca nemmeno una zucchina cotta. Lo stesso vale per la sessualità, che lo stress uccide letteralmente. Quanto al sonno, è evidente che sia profondamente perturbato dalla tensione quotidiana.

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