Andar per erbe spontanee commestibili
È finalmente arrivato il periodo in cui si possono raccogliere e gustare le erbe spontanee commestibili, un vero e proprio concentrato di nutrienti preziosi. Sono ideali per arricchire zuppe e insalate di sapore e di energia vitale.
Non è un caso che la natura ci offra proprio all’uscita dall’inverno un florilegio di giovani piante ricche di principi attivi che stimolano gli organi di eliminazione. Anche secondo la medicina cinese è il periodo ideale per fare una profonda cura disintossicante, agendo in modo particolare sul fegato e sulla cistifellea.
Quasi tutte le erbe dal gusto amaro sono di particolare sostegno alla sfera epatica e biliare: tarassaco, varietà di cicoria selvatica, carciofo, cardi. Numerose altre presenti nei campi in questa stagione hanno proprietà depurative e disintossicanti: piantaggine, aglio orsino, papavero selvatico (chiamato anche “rosolaccio”), eccetera.
All’infinita ricchezza nutritiva e fitoterapica delle erbe spontanee, si aggiunge quella dei fiori commestibili, che con i loro colori vivaci si possono usare in cucina per abbellire e arricchire di fitonutrienti insalate e altri piatti di verdure: borragine, calendula, iperico, petali di rosa, begonie, viole mammole, primule, fiori di basilico, di rosmarino, di timo…
Oggi mi soffermo sul tarassaco (taraxacum officinale), diffusissimo ovunque e facilissimo da riconoscere. Chi non lo saprebbe individuare tra i fiori di campo, con il suo colore giallo intenso e le sue caratteristiche foglie frastagliate? Tanti sono i nomi che ha nella tradizione popolare contadina: “piscialetto”, “stella gialla” o “dente di leone”. È una pianta molto usata in fitoterapia per le sue numerose proprietà.
Il nome “piscialetto” fa naturalmente riferimento alla sua spiccata azione drenante, dolce ma efficace. Se ad essa si aggiungono l’effetto stimolante che esercita sul fegato e sulla cistifellea e l’azione di supporto alla regolarità intestinale, si ottiene un ottimo depuratore generale dell’intero organismo. Assumendolo quotidianamente (sotto forma di infuso, decotto, tintura madre oppure crudo o cotto in insalata) per un periodo abbastanza lungo, per esempio tre o quattro settimane consecutive, è una soluzione ideale per facilitare l’eliminazione delle tossine accumulate durante l’inverno.
Ma le sue proprietà non si esauriscono all’azione depurativa, perché è anche un eccellente integratore di preziosi micronutrienti. È una pianta ricca di vitamine (in particolare A, B6, C, E, K) ed è un’ottima fonte di acido folico. Tra i minerali, contiene buone quantità di ferro, magnesio, fosforo, rame, calcio, potassio e manganese. È anche un’eccellente fonte di fibre.
Le foglie di tarassaco crescono tutto l’anno ma in primavera sono particolarmente tenere e il loro gusto è meno amaro che durante il resto dell’anno. È quindi il momento ideale per raccoglierle nei prati intorno a casa. È una pianta molto resistente che cresce un po’ ovunque, anche ai bordi delle strade, nelle aiuole, lungo i marciapiedi in pieno centro cittadino. Questo la dice lunga sulla ricchezza dei suoi principi attivi, che le consentono di sopravvivere anche in contesti fortemente stressanti.
Per la raccolta, è bene andare in aperta campagna o in collina, lontano dalle vie trafficate, dai sentieri battuti, dai campi coltivati, per non rischiare di trovare piante cosparse di pesticidi e altri prodotti chimici che renderebbero vani tutti i benefici apportati da questa magica piantina. Tutto quel che serve è un bel sacchettone e un coltellino o un paio di forbici, niente di più. Puoi unire l’utile al dilettevole, goderti una bella e sana scampagnata, fare movimento all’aria aperta e tornare a casa con dell’ottima verdura a costo zero. È il modo migliore per riconnettersi alla natura che si sta risvegliando ed è ormai all’apice del suo splendore.
Del tarassaco si può mangiare tutto: fiori, foglie, gambi e radici. Io in genere non strappo le radici così nascono altre piantine. Una volta a casa, lava delicatamente tutte le parti raccolte, magari con acqua e aceto o bicarbonato poi servi le foglie con una vinaigrette di tuo gusto. Una delle mie preferite è a base di aglio, olio di oliva, qualche goccia di aceto di mele, cipollotti, origano fresco, rametti di timo e una spolverata di gomasio.
Se segui un’alimentazione onnivora o vegetariana puoi accompagnare la tua insalatina primaverile con uova leggermente cotte, lasciando il tuorlo tenero, più digeribile. Fiori e gambi invece sono perfetti per preparare infusi e decotti.
Una cosa che ho scoperto solo qualche anno fa è che si possono mangiare anche i boccioli ancora chiusi, per esempio mettendoli sotto sale come i capperi. Preferisco però un’alternativa meno ricca di sale, di una semplicità estrema: boccioli di tarassaco marinati!
Capperi di tarassaco marinati
Ingredients
- 5 cucchiai di boccioli di tarassaco
- 1 cucchiaio di aceto di mele
- 1 limone (succo e buccia essiccata e macinata finemente)
- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 1 cucchiaino di curcuma (in polvere)
- 1 cucchiaino di sale integrale
Instructions
- Lavare delicatamente i boccioli, facendo attenzione ad eliminare eventuali residui di terra.
- Riunire tutti gli ingredienti in un vasetto di vetro, in modo che i boccioli siano completamente coperti di liquido.
- Si possono aggiungere erbe aromatiche a piacere: timo, origano, maggiorana, peperoncino, eccetera.
- Conservare il vasetto in frigorifero e utilizzare i capperi di tarassaco così preparati per insaporire insalate, verdure cotte o crude, uova o altre pietanze.
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