Come superare la stanchezza primaverile, fisica e mentale

Come superare la stanchezza primaverile, fisica e mentale

In primavera è facile avvertire un senso di stanchezza quasi inspiegabile. Dopo avere atteso tanto la bella stagione ci si aspettava di viverla con una ritrovata energia, ma non sempre o non per tutti è così.

 

Il corpo appesantito dall’inverno, l’arrivo del caldo, i ritmi che cambiano possono fare perdere un po’ di tono. Se si tratta di una stanchezza legata solo al cambio di stagione ci sono varie cose che si possono fare. Alcune sono così semplici da sembrare quasi scontate, però spesso sono proprio quelle che funzionano meglio. Purtroppo ci siamo abituati che più è complicato e più è efficace. Tuttavia, dando uno sguardo agli animali, alle piante, ci si rende subito conto che essi seguono regole semplici, coerenti con le leggi e i ritmi della natura. Noi faremmo lo stesso se seguissimo il nostro istinto, ma ci siamo abituati a reprimerlo più che ad ascoltarlo. Vediamo allora da dove si può partire per ritrovare un po’ di vigore fisico e mentale.

 

  • Ora che le giornate si sono allungate, rimanere il più possibile all’aperto. Dopo avere passato mesi in locali chiusi, in presenza di luce artificiale, il corpo ha sete di aria pura, sole, ossigeno, luce.

 

  • Cercare di alzarsi presto al mattino e riservarsi un po’ di tempo per osservare il sole che sorge, direttamente. Finché è basso all’orizzonte si può riuscire a fissarlo anche per alcuni minuti di seguito. È una potente ricarica vitale.

 

  • Approfittare di ogni momento della giornata per stare al sole. Ci hanno detto che il sole fa male ma non è così. Ciò che fa male è l’eccesso di sole quando la pelle non è ancora pronta a riceverlo. Si può iniziare ad esporsi gradualmente, nelle ore più calde, senza protezione. Preso nel modo corretto, il sole diventa un vero toccasana per la salute fisica, mentale e psicologica.

 

Scoprirsi un po’ alla volta, partendo dalle braccia e dalle gambe. La pelle è l’organo più esteso che abbiamo e tra le varie funzioni che svolge c’è quella emuntoriale, cioè di eliminazione di scarti e tossine. Quando la copriamo con strati di tessuti, soprattutto sintetici, stiamo bloccando questa importantissima funzione depurativa. Ciò che non viene espulso resta dentro e appesantisce l’organismo, ostacolando il suo funzionamento.

 

Passare del tempo all’aperto e al sole aiuta anche a produrre vitamina D, un prezioso modulatore del sistema immunitario di cui molte persone sono carenti senza saperlo, soprattutto in inverno o all’uscita dell’inverno. Tra i vari sintomi, la sua carenza può portare anche stanchezza.

 

Tuttavia, l’ultimo passaggio per avere vitamina D attiva avviene nel fegato, sia che il corpo la produca sia che la si assuma attraverso un integratore. Quindi, sorvegliare la funzionalità di quest’organo è importante anche per questa ragione, oltre che per numerose altre. Questo può essere il momento giusto per depurarlo e rinvigorirlo con piante amare, da assumere sia fresche che sotto forma di prodotti essiccati, tinture idroalcoliche, compresse, eccetera. Tarassaco, carciofo, rafano nero, cicoria, radicchio, ravanello, cardo mariano sono alcune delle piante amiche del fegato delle quali puoi approfittare in questo periodo.

 

  • Mentre si è fuori in mezzo alla natura, magari in un bel bosco, pensare a fare ampie respirazioni, lente e profonde, accompagnandole anche con il movimento delle braccia per aprire bene il torace. Questo aiuta ad ossigenare meglio i tessuti e a stimolare il metabolismo cellulare.

 

  • Praticare esercizio fisico, soprattutto all’aperto, muoversi ogni volta che se ne ha la possibilità. Se si trascorrono tante ore in ufficio fare delle pause frequenti alzandosi dalla sedia e facendo qualche semplice esercizio per sgranchirsi, magari davanti alla finestra aperta. Cambiare spesso l’aria.

 

  • Se si abita al mare o in prossimità di un lago o di un fiume, approfittare per fare sport in spiaggia. Se invece si vive in campagna fare lunghe passeggiate e in città allontanarsi dal traffico godendosi il verde e la tranquillità dei parchi. Sfruttare le pause quando si è al lavoro, a volte bastano pochi minuti per riprendersi da un calo di energia.

 

  • Camminare a piedi nudi nei prati, sulla sabbia o in qualunque altro terreno naturale, aiuta ad assorbire energia dalla terra. Non siamo fatti per portare scarpe chiuse e sandali che bloccano il contatto con il suolo, anche se ci siamo ormai abituati. Questo impedisce la nostra ricarica energetica e alla lunga ne risentiamo.

 

  • Riservarsi dei momenti di digiuno tecnologico: no televisione, cellulare, computer, tablet, spegnere tutto.

 

  • Dormire il necessario e migliorare la qualità del sonno se al mattino ci si sveglia già stanchi. Ci sono tante piante che possono aiutare, oltre ad abitudini di vita che favoriscono un buon sonno ristoratore: valeriana, passiflora, escolzia, luppolo, papavero sono solo alcune e si possono anche associare opportunamente. Durante la notte il corpo si pulisce, assimila e si rinvigorisce, ma se non hai un riposo profondo e rigenerante tutto questo non accade, la stanchezza si accumula, la forza fisica e il morale scendono.

 

  • Eliminare o ridurre il cibo processato (in pratica tutto quello che si trova in una busta o in una scatola) ed aumentare la proporzione di cibo vero, fresco, soprattutto verdura e frutta di stagione. Se si è adottata un’alimentazione di tipo convenzionale procedere gradualmente, magari per aggiunte anziché per sostituzioni se è più facile da accettare psicologicamente. Un cambiamento drastico può causare gonfiore e altri inconvenienti.

 

  • Cercare di avere dei pasti regolari ed equilibrati e di fare una cena molto leggera, possibilmente entro le 19.00. Si può anche provare a saltarla ogni tanto, in modo tale da dare all’organismo un’ampia finestra di tempo per ripulirsi e rigenerarsi.

 

  • Ci sono poi numerosi superfoods e integratori che possono aiutare, dalle alghe (spirulina, clorella), ai prodotti dell’alveare (polline, pappa reale), alle piante adattogene e revitalizzanti (astragalo, rodiola, ashwagandha, ginseng). La lista è davvero lunga e si arricchisce di continuo. Tuttavia, questi prodotti non andrebbero presi come se fossero sostanze miracolose che fanno tutto il lavoro da soli. Superfoods e integratori fanno la differenza se prima e/o contemporaneamente ti occupi della base, del “terreno”, altrimenti è come cercare di nutrire i pesci di un corso d’acqua dando loro cibo senza avere prima ripulito l’acqua stagnante in cui nuotano. Questo è particolarmente vero quando il problema, o parte del problema, non è solo nell’apporto di qualcosa che manca (macro o micronutrienti che siano) ma nell’assorbimento e nella “consegna” ai tessuti e agli organi che più ne necessitano.

 

Personalmente preferisco sempre prodotti integri anziché estratti che contengono solo il principio attivo perché nel prodotto integro c’è la sinergia tra tutti i componenti che si potenziano mutualmente, non c’è il problema del sovradosaggio (o molto meno), non ci si deve preoccupare di quali tecniche sono state usate per estrarre il principio attivo, non dovrebbero esserci eccipienti vari, eccetera. In genere la natura fa le cose per bene, già perfette all’origine.

 

  • Prestare molta attenzione alla cura dell’intestino. Anche il microbiota, in particolare quello intestinale, risente del cambio di stagione e si modifica. In primavera e in autunno è possibile sentirsi più gonfi, avere alterazioni del transito intestinale, avere problemi di meteorismo e così via. Sono tutte conseguenze di un disequilibrio (disbiosi) che si crea tra le diverse specie di microrganismi che abitano il nostro tratto digerente. Dal momento che esiste una stretta correlazione tra intestino e cervello, questo può portare anche alla comparsa di disturbi quali stanchezza, insonnia, calo dell’umore, tipici di questo periodo dell’anno. Può essere molto utile fare una cura di probiotici che, tuttavia, devono essere scelti su misura individuale in base all’anamnesi e all’analisi qualitativa delle feci.

 

Se poi tutto ciò non bastasse, se la stanchezza si prolungasse per tanto tempo e fosse molto intensa, allora è probabile con non si tratti di una stanchezza legata solo al cambio di stagione. Il cambio di stagione l’ha forse solo acuita. In tal caso andrebbero indagate le cause vere e profonde perché una stanchezza prolungata, intensa e ingiustificata (cioè non dovuta ad una causa evidente come può essere un intenso esercizio fisico) non è mai da trascurare.

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