Depurazione del fegato, il grande filtro del nostro corpo
Il fegato è la principale stazione di depurazione del corpo e il luogo di sintesi di numerose molecole indispensabili per l’organismo (ormoni, enzimi, eccetera).
Oltre a gestire un’ampia gamma di rifiuti svolge un ruolo centrale nel metabolismo di carboidrati, grassi e proteine. Produce inoltre la bile, che facilita la digestione dei grassi. Dal punto di vista emotivo il fegato è legato alla collera. Non dimentichiamo infatti che non ci nutriamo di solo cibo ma anche di emozioni, pensieri, preoccupazioni, che scarichiamo e somatizziamo in parti diverse del nostro corpo.
È un organo poco innervato, per questo il suo cattivo funzionamento non è doloroso e passa spesso inosservato per lungo tempo. Quando il fegato funziona male il corpo s’intossica, si appesantisce e le reazioni metaboliche non si compiono correttamente, si possono sperimentare perdita di vitalità, di tono e accumulo di peso. Ecco perché una cura di disintossicazione epatica è raccomandata ai cambi di stagione, così come si cambiano regolarmente l’olio e i filtri del motore della macchina per farla durare più a lungo.
Secondo la naturopatia e tutte le medicine antiche, la primavera è la migliore stagione per depurare il fegato e dato che nulla avviene per caso la natura ci viene in aiuto regalandoci un’ampia varietà di piante amare con proprietà coleretiche e colagoghe.
Si distinguono due tipi di intossicazione:
- Intossicazione acuta: il veleno è costituito da una dose massiccia di una o più sostanze tossiche i cui danni sono così ingenti da causare la morte cellulare.
- Intossicazione cronica: è dovuta all’assunzione quotidiana a piccole dosi di sostanze tossiche, come gli additivi alimentari, i conservanti e altre molecole con le quali entriamo ogni giorno in contatto, non solo attraverso l’alimentazione ma anche la pelle, l’aria che respiriamo, eccetera. Lo stress prodotto, per esempio lo stress ossidativo dovuto ad un’eccessiva produzione di radicali liberi, è in tal caso regolare, ripetuto e moderato. Lentamente degrada le cellule e il loro potenziale genetico, contribuendo nel lungo periodo all’insorgenza di tumori, altre malattie degenerative e invecchiamento precoce.
Alcune piante utili ai fini della depurazione epatica sono il cardo mariano, il carciofo e la radice nera.
Cardo mariano
È la pianta del fegato per eccellenza. Grazie ad uno dei suoi principi attivi, la silimarina, assicura la protezione del fegato favorendo la rigenerazione delle sue cellule, gli epatociti. Stimolando il fegato, il cardo mariano aiuta a controllare il tasso di colesterolo nel sangue e a metabolizzare le sostanze tossiche presenti nell’organismo.
Carciofo
Allevia i problemi digestivi ed epatici. La cinarina che contiene stimola la produzione di bile, la vitalità del fegato e attenua la pesantezza stomacale. Il carciofo protegge gli epatociti dall’attacco dei radicali liberi e diminuisce la sintesi di colesterolo cosiddetto “cattivo”.
Radice nera (o rafano nero)
Il rafano nero è una verdura molto conosciuta nel nord Europa, sia come pianta alimentare che per le sue proprietà medicinali. È nota per la sua funzione di stimolazione della produzione di bile e per aiutare ad eliminare le tossine ma è utile anche per sfiammare e decongestionare le vie respiratorie. La radice nera favorisce una buona digestione, previene e dissolve la formazione di calcoli biliari e tonifica il fegato. È particolarmente indicata per problemi di digestione e transito intestinale. La radice nera, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, è ricca di isotiocianati, un gruppo di composti tra i quali si annoverano i glicosinolati, con effetto antiossidante ed epatoprotettivo. Aiutano a prevenire il cancro al fegato.
Oltre alle piante amare, il calore è un altro grande alleato della salute del fegato, ne ho parlato anche in un precedente articolo Disintossicare il fegato con l’acqua calda.
Il dott. Alexandre Salmanov, padre della capillaro-terapia afferma in uno dei suoi testi: “Bisogna lavare e riscaldare il fegato. Riscaldando il fegato, aumentando la temperatura del sangue nei tessuti del fegato e della milza, si attiva la circolazione nei capillari epatici e splenici e aumenta il volume del sangue circolante.” Aggiunge: “Questa operazione così poco costosa applicata sistematicamente per mesi e anni ha un valore in termini di prevenzione inestimabile. Dopo due, tre, quattro settimane di questa semplice terapia, il diaframma inizia a sbloccarsi, i suoi movimenti diventano più ampi e più forti. La respirazione, la circolazione, la nutrizione in generale migliorano a vantaggio dell’organismo. Non conosco una medicina più semplice, più profonda e più efficace dell’applicazione della borsa dell’acqua calda nella zona del fegato. Laviamo ogni giorno il viso, le mani e altre parti del corpo, dobbiamo lavare anche il fegato quotidianamente. Riscaldate il fegato se volete vivere più a lungo e ammalarvi di meno.”
Romina
8 Maggio 2022 at 18:09Ciao. Sono Romina e ti ho appena trovata. Sto leggendo un po’ dei tuoi articoli e questo mi ha colpito particolarmente.
Da qualche giorno cerco e leggo articoli sul fegato e il suo benessere e mi ha molto incuriosito l’impacco di olio di ricino caldo al fegato. Credi che abbia attinenza con quello che hai riportato? Il calore in loco fa davvero bene? Hai informazioni o conoscenze sull’uso degli impacchi al fegato che vuoi condividere?
Grazie per questo blog e per le informazioni che dai.
A presto!
Simona Grossi
11 Maggio 2022 at 14:08Ciao Romina,
grazie per il tuo commento.
I cataplasmi con olio di ricino sono ottimi per la depurazione epatica così come quelli a base di argilla. Si fa un impasto di acqua e argilla, la si pone sulla parte destra dell’addome, in corrispondenza del fegato, e si copre con un telo inumidito con acqua calda. Si lascia riposare per circa 30-40 minuti poi si lava con acqua tiepida/calda.
Per quanto riguarda il calore confermo quanto ho scritto in questo e altri articoli, ha un effetto molto benefico per il buon funzionamento del fegato, un organo che ama molto il caldo.