Crononutrizione: frequenza e orari dei pasti contano
Negli ultimi giorni ho parlato con diverse persone dell’orologio biologico che dà un ritmo al funzionamento dei nostri organi e di quanto sia importante rispettarlo per rimanere in buona salute.
La Medicina Tradizionale Cinese è maestra nel collegare il funzionamento degli organi alle ore della giornata e della notte. Ci si sveglia spesso poco dopo essersi addormentati, tra le 23 e l’1 di mattina? Potrebbe essere la cistifellea che richiama la nostra attenzione. Si aprono gli occhi tutte le notti verso le 2 del mattino? Potrebbe essere il fegato un po’ affaticato. Il colon ci sveglia all’alba, tra le 5 e le 7, con i suoi borborigmi? È per indicarci il momento ideale per andare in bagno.
Se a ciascun organo corrisponde una finestra dove la sua energia è al massimo livello, dei risvegli notturni ricorrenti indicano spesso un disequilibrio nell’attività viscerale. Possono anche sottendere la richiesta di porre attenzione ad un’emozione che vuole essere liberata. Per esempio, l’insonnia che si manifesta tra l’1 e le 3 del mattino può essere un segnale di collera, emozione associata al fegato.
Il corpo ha un orologio interno centrale e tanti orologi periferici per armonizzare il funzionamento degli organi e mantenere l’organismo in equilibrio. È l’oggetto di studio di una branca della biologia relativamente recente, la cosiddetta cronobiologia. Al suo interno la crononutrizione ha come scopo quello di approfondire l’impatto dell’alimentazione sul metabolismo nell’arco della giornata.
I problemi di salute che una persona può sperimentare, soprattutto avanzando con l’età, sono spesso legati a scelte alimentari scorrette protratte nel tempo, da annoverare tra le molteplici cause che li hanno generati. Questo non riguarda solo la quantità e la qualità del cibo ma anche il momento o i momenti in cui si assumono nella giornata. Spesso, cambiando il ritmo alimentare senza toccare altro si può favorire la perdita di peso, qualora sia necessaria, e avere dei miglioramenti di patologie legate in larga parte allo stile di vita come ipertensione, diabete, colesterolo alto, problemi alla tiroide, eccetera. Si tratta di riequilibrare il proprio corpo.
Anche se la ricerca scientifica è ancora limitata in questo campo, ci sono alcuni studi molto interessanti sulla cronobiologia alimentare umana. Uno di questi, per esempio, è uno studio di coorte condotto a partire dal 1948 in collaborazione con l’Università di Boston sulla popolazione di Framingham, nel Massachusetts, dal quale è emersa una chiara correlazione tra stile di vita e malattie cardiovascolari. Durante questo studio, sono state somministrate 2500 calorie in un solo pasto a tre gruppi di persone con diversi profili ponderali. Un terzo assumeva il pasto al mattino, un terzo a pranzo e un terzo a cena. Dopo un mese, le persone nutrite di sera erano ingrassate, quelle nutrite a pranzo erano rimaste uguali e quelle che si alimentavano al mattino erano dimagrite. Uno studio simile, sebbene con un campione più ridotto di persone, ha mostrato l’efficacia della crononutrizione nel gestire o ridurre l’ipercolesterolemia.
Questo significa che si può mangiare qualsiasi cosa purché sia il momento opportuno della giornata? No. La qualità e la quantità del cibo che si assume restano due aspetti fondamentali e imprescindibili per rimanere in salute ma a questi se ne aggiunge un terzo, ovvero la variabile tempo: che cosa e quando mangiare dall’alba al tramonto. C’è un tempo ideale per nutrirsi, uno perfetto per essere attivi, muoversi, lavorare e uno in cui il corpo chiede di riposare, non solo la mente e le membra ma anche gli organi digestivi, per potersi dedicare a funzioni diverse dalla digestione: assimilazione, eliminazione delle tossine, riparazione.
In pratica la crononutrizione segue l’evoluzione della sintesi del cortisolo, che ha un andamento ciclico nel corso della giornata, con un picco massimo al risveglio e uno minimo alla sera. Questo ormone steroideo è il capofila di tutti i flussi ormonali che riguardano vari aspetti della nutrizione, come la digestione, l’appetito e la sazietà. Il ciclo del cortisolo condiziona in maniera precisa le secrezioni gastriche, epatiche e pancreatiche.
In una società dove si corre tutto il giorno sbocconcellando qualcosa qua e là durante il giorno per poi sedersi a tavola e rimpinzarsi a più non posso la sera, la crononutrizione è un approccio nuovo (ma non troppo) che richiede di riorganizzare le proprie abitudini alimentari. In qualche modo è come smettere di mangiare al contrario per iniziare ad alimentarsi nel verso corretto. In realtà, nonostante il termine un po’ altisonante non è niente di nuovo, basti pensare a come vivevano e si nutrivano i nostri nonni e bisnonni, molto più attenti di noi a seguire i ritmi circadiani del corpo e della natura.
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