Cosa influenza l'espressione dei nostri geni?

Cosa influenza l’espressione dei nostri geni?

I fattori che a livello epigenetico agiscono sull’espressione dei nostri geni sono numerosi e molti riguardano il nostro stile di vita a trecentosessanta gradi.

 

Oggi sappiamo che la genetica conta relativamente nello sviluppo delle malattie: avere nel proprio genoma determinate varianti geniche può rappresentare un fattore di predisposizione a manifestare una certa patologia, non una certezza. Questo perché l’espressione di una sequenza genica dipende in molti casi da una serie di fattori che a loro volta sono connessi a quello che mangiamo, facciamo, diciamo, pensiamo, sentiamo, crediamo…

 

Per quanto possa sembrare anti intuitivo, anche i nostri stati emotivi e le nostre credenze hanno un impatto sull’espressione dei nostri geni, energia che si traduce in fatti fisici, nella sintesi di ormoni, neurotrasmettitori ed altre molecole biochimiche. È questa l’epigenetica, riguarda tutto quello che sta sopra e va oltre la pura sequenza di basi genetiche, quella che alla nascita ereditiamo dai nostri genitori.

 

Cosa significa questo tradotto nella nostra vita? Significa che non siamo vittime passive e inconsapevoli del nostro genoma, ma possiamo avere un ruolo attivo nel modificarne l’espressione. Non abbiamo il controllo su ogni aspetto della nostra vita ma possiamo senz’altro agire su alcuni di essi, aumentando così la probabilità di condurre la vita che desideriamo e migliorare il nostro stato di salute. Abbiamo quindi una certa dose di responsabilità oltre che una certa libertà. È uno dei temi principali che ho affrontato nel libro Biologia quantica: viaggio ai confini della guarigione.

 

Quando ne parlai durante una conferenza organizzata da Anima Edizioni, non accennai ai vaccini come potenziale fattore epigenetico ma è ovvio che lo siano e mi preme parlarne oggi per la particolare situazione sanitaria che stiamo vivendo, sebbene sia questo un tema spinoso, confuso, controverso, un tema che infiamma gli animi e mette gli uni contro gli altri.

 

Chi propone questi farmaci come soluzione salvifica guarda solo l’aspetto che gli interessa, ovvero bloccare la replicazione di un microrganismo estraneo e potenzialmente patogeno, ma trascura tutto il resto, cioè l’insieme delle concomitanti azioni ed interazioni che le sostanze introdotte (virus attenuato o sequenze geniche dello stesso, altro materiale genetico, derivante per esempio dalle cellule di coltura, metalli pesanti, additivi e conservanti tutt’altro che innocui e altro ancora) possono avere con tutto quello che sta in una cellula, compresi gli acidi nucleici, interferendo con la loro espressione. È come un elefante che entra in un negozio di cristalli e si muove con disinvoltura, non preoccupandosi di essere circondato da oggetti di estrema delicatezza e fragilità.

 

Molte modificazioni epigenetiche sono addirittura trasmissibili per almeno 3 o 4 generazioni. Quando poi si saltano importanti passaggi di sperimentazione che dovrebbero limitare i potenziali danni di tali farmaci, beh, che dire…

 

Tra l’altro, se questo discorso è importante per un organismo adulto, lo è a maggior ragione per quello di un bambino di pochi mesi o anni, poiché sappiamo oggi che i primi mille giorni di vita a partire dal momento del concepimento sono fondamentali per la corretta formazione e maturazione del sistema immunitario, del sistema nervoso e del microbiota, strettamente correlato, quest’ultimo, ai primi due. Ciò che succede in quella finestra temporale, di estrema criticità, tutto ciò che in misura più o meno imponente perturba lo sviluppo iniziale del bambino, influenzerà il resto della sua esistenza.

 

Nonostante io abbia dedicato anni della mia vita alla ricerca, questo è un aspetto della scienza deterministica nel quale non mi riconosco e dal quale mi dissocio completamente, ovvero l’arroganza di credere che può avere il controllo su tutto, ignorando e oltrepassando le leggi fondamentali e imprescindibili della natura. Non è la scienza in cui credo. Quando è separata dall’etica, la scienza diventa non solo inutile, ma molto pericolosa, a livello del singolo e della società.

 

Conferenza presso Anima Edizioni: Cosa influenza l’espressione del nostro DNA?

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