Riflessioni sull’intestino e sulla permeabilità intestinale

Riflessioni sull’intestino e sulla permeabilità intestinale

Il parallelo che sto per fare potrà sembrare un’eccessiva semplificazione ma forse può aiutare a rendere l’idea di quanto sottovalutiamo l’organo forse più maltrattato del nostro corpo, l’intestino.

 

Dal recupero della pasta madre…

Due estati fa la mia pasta madre si è ammalata, probabilmente perché ci sono stati cambiamenti nel suo “ambiente abituale” che hanno alterato l’equilibrio tra le specie di batteri e lieviti che la compongono: temperatura, grado di umidità dell’aria, acqua, farine utilizzate ed altro ancora. L’avrò anche sottoposta ad uno stress aggiuntivo facendola viaggiare in treno diverse volte.

 

Una sera l’ho tirata fuori dal frigo per rinfrescarla e ho notato che aveva cambiato leggermente colore e odore. Evidentemente qualche microrganismo aveva preso il sopravvento sulle altre specie normalmente presenti oppure era avvenuta una contaminazione da parte di batteri, funghi o lieviti che non rientrano nella sua composizione abituale.

 

Nonostante il dispiacere e un po’ di senso di colpa – ho subito pensato di non essere stata abbastanza attenta a prendermene cura – ero sul punto di buttarla. Poi ho iniziato a cercare in rete un eventuale protocollo per provare a recuperarla. Ho messo insieme le informazioni raccolte su diversi siti e blog e ho tentato di salvarla, in fondo non avevo niente da perdere.

 

In pratica, prima l’ho lavata accuratamente, cercando di eliminare il più possibile la parte esterna. Fortunatamente il “cuore” mi sembrava ancora in buono stato. Per la piccola quantità apparentemente sana che mi è rimasta ho proceduto come faccio di solito per il rinfresco: l’ho sciolta in una quantità di acqua pura pari a metà del suo peso e l’ho impastata con un’uguale quantità di farina.

 

Dopo un giorno di riposo a temperatura ambiente ho ripetuto l’operazione per due volte successivamente, ritrovando il profumo, la consistenza e il colore che aveva prima della disavventura. L’ho considerata guarita! Da allora continua a compiere egregiamente il suo lavoro.

Ora, quello su cui vorrei soffermarmi oggi non è tanto il protocollo per salvare la pasta madre quando si ammala; anzi, credo che in casi simili sia meglio non rischiare e chiedere a qualcuno che lo possegga una nuova porzione di lievito naturale dal quale ripartire, è molto più semplice e soprattutto meno rischioso per la salute.

 

… all’equilibrio intestinale

L’osservazione che mi ha fatto riflettere invece è il parallelo con quello che avviene nel nostro intestino, abitato da miliardi di microrganismi. Questa ricca ed eterogenea popolazione, essenzialmente composta da batteri, lieviti, funghi e virus, è in continuo mutamento, influenzato prima di tutto dallo stile di vita di una persona: alimentazione, movimento, sonno, stress, atteggiamento nei confronti della vita, pensieri, emozioni, credenze, convinzioni…

 

Quando tutto procede correttamente (mangiamo bene, dormiamo bene, eliminiamo bene, viviamo a contatto con la natura, ci esponiamo al sole e all’aria pulita, siamo sereni e in pace con noi stessi e con il mondo), il microbiota (ovvero quella che un tempo veniva chiamata flora intestinale) residente si mantiene in equilibrio dinamico, limitando l’iper-proliferazione di microrganismi abitualmente presenti, che sono innocui in quantità moderata ma potrebbero diventare dannosi se presenti in eccesso. Inoltre, il microbiota in condizioni di eubiosi (in equilibrio) impedisce l’attecchimento e la successiva proliferazione di altre specie potenzialmente patogene provenienti dall’esterno.

 

Finché creiamo e manteniamo un ambiente “sano” nel nostro intestino, non solo il microbiota che lo abita non ci darà problemi ma svolgerà anche tante funzioni essenziali per il nostro benessere psico-fisico. Ormai sono sempre più numerosi gli studi scientifici che confermano il legame a doppio filo tra microbiota e digestione, microbiota e sistema immunitario, microbiota e sistema nervoso, microbiota e comportamento, microbiota e depressione, eccetera.

 

Tuttavia, se non è così cosa succede? Se non ci nutriamo correttamente, non digeriamo bene, i nostri organi emuntori sono maltrattati e diventano pigri, dormiamo male e non abbastanza, siamo stressati senza sosta, e quindi perdiamo forza vitale necessaria per ogni attività dell’organismo, quali sono le conseguenze?

 

Verosimilmente iniziano ad accumularsi nel tubo digerente sostanze di cui sono ghiotti batteri, funghi, lieviti e virus anche diversi da quelli residenti. Se alcuni microrganismi si moltiplicano più di altri o, ancora peggio, se ospiti indesiderati vengono a nutrirsi allo stesso banchetto proliferando più di quelli “buoni”, ci si incammina verso una situazione di disbiosi intestinale (alterazione della flora autoctona), innescando una serie di conseguenze sfavorevoli alla salute.

 

Da un lato perdiamo i benefici prodotti da un microbiota sano ed equilibrato; dall’altro lato, batteri, funghi, lieviti e altri microrganismi hanno una vita propria, mangiano, eliminano, producono sostanze di scarto, che possono aggredire e ledere i tessuti, in particolare la mucosa intestinale con la quale entrano in diretto contatto. Da filtro selettivo che era e che dovrebbe essere, la parete dell’intestino può trasformarsi in un colino a maglie larghe che lascia passare molecole che invece dovrebbe trattenere ed espellere.

 

Queste sostanze possono quindi entrare nel circolo sanguigno e nel circolo linfatico scatenando la reazione del sistema immunitario, che, giustamente, si mette in allarme perché attraverso il lavoro di attenta e continua sorveglianza delle sue sentinelle, individua sostanze che non dovrebbero essere presenti, non lì almeno. Insieme ad altre concause, la disbiosi, la permeabilità intestinale e l’infiammazione rappresentano l’anticamera di numerose patologie, più o meno gravi, in largo aumento: alterazioni del transito intestinale, gonfiore addominale, reflusso gastroesofageo, sindrome dell’intestino irritabile, malattie infiammatorie, malattie autoimmuni, eccetera.

 

Per nostra fortuna c’è anche una buona notizia: questo stato di cose non è irreversibile e tutto il sistema può tornare in equilibrio se si smettono le cattive abitudini e si ripristina un ambiente intestinale favorevole alla proliferazione dei microrganismi “buoni”, preziosi alleati della nostra salute. Ci sono tanti supporti esterni che possono venire momentaneamente in aiuto: piante, lavaggi intestinali, cure disintossicanti, probiotici. Tutte cose utili che tuttavia non possono prescindere dallo stile di vita globale.

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